"MAGNIFICO" DI DAVIDE MARRANCHELLI.
Guardando dal vivo un’opera come il David di Michelangelo ci siamo sentiti sempre davvero minuscoli davanti a tanta potenza, a tanta perfezione. Ci siamo inoltre sentiti sempre proiettare in un’atmosfera, in un’epoca tanto diversa dalla nostra dove la bellezza, la corretta misura di ogni cosa erano utilizzate come sistema per interpretare il mondo. Ma il suo autore, quella pietra con cui fu costruita tale magnificenza erano davvero così perfetti, così pieni di misura ? Davide Marranchelli partendo da queste considerazioni, da queste domande nel suo spettacolo “Magnifico “ intende trasportarci da quell'epoca direttamente ai giorni nostri per indagare sull’essere umano, sulle sue splendide imperfezioni, sugli sbagli che costellano la sua vita, ma che spesso lo portano e lo hanno portato a risultati inaspettati, rendendole financo necessarie. Nel contempo il racconto dell’attore e regista comasco, anche imbevendolo spesso di feconda ironia, ci sprona ad approfondire la figura dell’artista tout court, sempre immerso nella sua profonda solitudine creativa, posta nella sua inesausta voglia di voler continuare pervicacemente la sua missione così poco considerata in un mondo attratto solo dal denaro, in un mondo dove non è concesso sbagliare, nel quale fin da piccoli siamo spronati al successo e ad ogni costo. E così scopriremo che tutto ciò è insito perfettamente nella figura di Michelangelo e in quella pietra da cui è stato forgiato il David, il suo capolavoro più celebre. Marranchelli ci racconta la vita del Buonarroti ponendola nel contesto dei suoi tempi ma non facendone un bigino, sottolineando invece i frequenti aspetti critici presenti nel suo percorso umano e artístico, forieri anche in molti casi di successi inaspettati. Ecco dunque il suo rapporto difficoltoso con il padre molto scettico ( del resto come accade anche oggi) per il suo futuro di artista, i suoi incerti passi di pittore nella bottega del Ghirlandaio e poi il duro apprendistato come scultore con Mastro Bertoldo, allievo di Donatello nel giardino dei Medici, il suo aspetto non certo attraente dovuto anche a un pugno del collega Piero Torreggiani che gli spaccò il naso, le prime opere ancora grezze che però fecero colpo su Lorenzo il Magnifico aprendogli la strada del successo, l'arrivo spettrale del Savonarola. E di tanto in tanto, come specchio perfetto del suo autore, entra prepotentemente in scena quella pietra “ rovinata, qui nel cortile dell’opera del Duomo di Firenze... troppo alta, troppo stretta, troppo fragile, troppe crepe” che in barba a se stessa e al suo autore, così imperfetti, diventó opera meravigliosa, vincendo tutti gli illustri contendenti, niente meno che il David. Poi nello spettacolo ad un tratto appare un angelo, una specie di contraltare del nostro autore (che non a caso si chiama Davide ), con tanto di ali, che ha la capacità con il suo talento surreale di cercare di traportare la narrazione di Marranchelli e lui con il suo teatro nel contemporaneo, interloquendo direttamente con lui domandandogli “ Caro Marranchelli, da cosa nasce il movimento? La vita? Dalla passione, non dall’affermazione! Passione dal latino patire, soffrire, ancora, la sofferenza ci vuole... Compiuti, non lo saremo mai, la macchina, la fidanzata, l’opera capolavoro, non ci completeranno perché non è il nostro compito essere completi” Anche perchè aggiungiamo noi che proprio un'opera di Michelangelo non finita (?) “ La pietà Rondanini” a Milano è sempre stata di gran lunga la nostra preferita del Buonaroti, così asciutta, misteriosa, così moderna che appare scolpita da Arturo Martini. Uno spettacolo “ Magnifico” che tra riso e pianto, raccontando di Michelangelo, ci parla di noi, ma soprattutto di chi è alle soglie della vita adulta, incitandolo a ribellarsi, a chi vuole le nuove generazioni : immortali, splendide, magnifiche, perfette. Sbagliate pure, ci dice Michelangelo perchè attraverso gli errori si diventa grandi e maturi, andate avanti senza per forza cercare il successo ad ogni costo, fate le cose che sapete fare con passione. E infine se vi avventurerete nel campo dell'arte, seguite il vostro istinto anche contro chi vi dice che siete pazzi, avendo però la consapevolezza che è una strada difficilissima, in cui sarete sempre soli contro un mondo spesso respingente, che lotterà spesso contro di voi, ma voi fregatevene, se avete la stoffa di creare sogni reali, alla fine vincerete.
MARIO BIANCHI