“Il teatro che verrà “ è il titolo che abbiamo dato a questo sito che vorrebbe immodestamente parlare della nuova scena italiana, possibilmente di quella possibilmente non paludata . E cosa meglio la potrebbe rappresentare se non lo spettacolo “ Come nei giorni migliori “ creazione, che come è già stato fatto notare “ sommando l’età dell’autore, Diego Pleuteri, e quella degli interpreti, Alessandro Bandini ed Alfonso De Vreese non si raggiungiamo i novant’anni”. Se poi mettiamo anche che il regista dello spettacolo, Leonardo Lidi, si sta affermando come uno dei nuovi registi di punta della nuova generazione della scena italiana, il quadro è completo. E ci compiaciamo con il Teatro Stabile di Torino per avere prodotto e ospitato questa bella e importante creazione.
Lo abbiamo visto con grande piacere, tra riso e commozione, al Teatro Gobetti, svuotato di tutta la sua platea e a pubblico limitato, con i due attori che ci recitano vicino, colloquiando amichevolmente a volte con noi. In scena si consumano “le conseguenze dell’amore” di due esistenze comuni, di due ragazzi, di due giovani, di due uomini. Di loro conosceremo solo i due significanti soprannomi che si danno per prendersi amorevolmente in giro: Billy Eliot e Jessica Fletcher, ma riconosciamo subito che potrebbero essere Marco e Simone, Lidia e Giuseppe, Rita e Carola e pure noi stessi, mentre li vediamo conoscersi per caso, essere “presi” entrambi, uno dall'altro, innamorarsi, presentarsi pefino ai loro genitori, cercare di vivere insieme, tradirsi, diventare grandi, lasciarsi e essere disillusi e forse, ancora, non più fare a meno uno dell'altro. Ne conosceremo il carattere e le speranze : Uno preso dai suoi sogni infranti di grandezza, l’altro desideroso di una vita normale, magari con dei figli. La scrittura scoppiettante di Pleuteri con uno sguardo a Woody Allen ci accompagna, passo passo, in tutte le possibili declinazioni in cui l’amore si consuma, assecondato dal vitalismo dei due davvero bravissimi attori, che non si concedono mai un attimo di tregua nel tratteggiarne i sentimenti che piano piano si sviluppano e avviluppano fra di loro tra pianto e riso, amore,felicità e risentimento. Lidi li guarda da lontano, entrambi, discretamente, complici le scene e le luci di Nicolas Bovey e il semplice cambio dei costumi pensato da Aurora Damanti, lasciandosi andare ad una sola grande intrusione : aprendo il sipario, dietro la scena, ecco apparire un grande specchio, dove il pubblico si "ritrova ", insieme a noi e a Marco e Simone , Lidia e Giuseppe, Rita e Carola. E noi usciamo contenti di accorgerci che il teatro italiano è ancora vivo e risplende.