Le recensioni di Mario
UNDER 30 DIRECTION A GUALTIERI/PPARTE PRIMA
LE RECENSIONI DI ''TRE LIRICHE'' E '' AFANISI''
Direction Under 30 a Gualtieri, giunto alla sua decima edizione,con i suoi 6 spettacoli di artisti sotto i 30 anni, giudicati e condivisi da giurie formate da coetanei, arrivati per l’occasione da tutta Italia, è per noi da parecchio tempo tappa obbligata per assistere da vicino alla nascita di nuove generazioni di artisti dal talento in evoluzione e nel contempo per comprenderne le direzioni artistiche e l'immaginario. I risultati della davvero ricca di stimoli diversificati edizione di quest’ anno che si è tenuta dal 14 al 17 luglio hanno premiato “Tre liriche “ della compagnia Eat the catfish, per quanto riguarda la giuria popolare e quella critica unificate, e “Afànisi “ di Ctrl +Alt+ Canc per il premio assegnato da quella critica, che farà in modo che lo spettacolo possa essere proposto anche per “Festival Aperto” della fondazione Teatri di Reggio Emilia . Come spesso ci è capitato anche quest’anno ci siamo trovati in accordo con i responsi delle giurie, notando anche il buon livello generale delle proposte presentate e ciò non è per niente scontato .
Eccoci in questa prima parte del nostro modesto contributo a dare le nostre impressioni per i due spettacoli vincitori rimandando agli altri 4 per la seconda. Tre liriche” , di Eat The Catfish parla d’amore e lo fa attraverso la poesia, per mezzo di tre voci, due maschili e una femminile, che si impastano tra loro esprimendo un solo unico afflato. Poesia che riesce ad incarnarsi mescolando“ diversi stilemi narrativi che, grazie anche all’utilizzo del microfono, scambiato come arma di reciproco rimpianto, si fondono all’unisono in un desiderio di nuova tenerezza. Su un felice testo di Jacopo Neri, che è in scena con Dario Caccuri e Chiara Ferrara, i tre attori, riempiendo interamente in modi e tempi diversi tutto lo spazio teatrale, ne comunicano, anche per mezzo di una sconsolata ironia, soprattutto le intemperanze, le dolorose conseguenze, le speranze tradite e, inevitabilmente, quelle che subito dopo fanno di nuovo capolino, accompagnati da un tappeto sonoro, confacente e diversificato tra acustico, elettronico, punteggiato da rumori di Enrico Truffi, che ne amplifica le emozioni cangianti. Nelle parole che ci giungono via via dello spettacolo, vi è un continuo gioco a rimpiattino, tra ragione e sentimento, difficile da governare, nel suo doloroso alternarsi tra le diverse emozioni che caratterizzano l’amore nel suo evolversi e malinconicamente nel suo spegnersi.
“Afanisi “di Ctrl +Alt+ Canc invece ci immerge nelle possibilità immaginifiche del teatro, non solo presenti nell’occhio del singolo spettatore, ma anche di quello che gli è seduto vicino e, solo apparentemente, negando quelle che la scena potrebbe offrire. “Afanisi” è infatti un termine greco che significa “scomparsa” e “sparizione”.Questo dichiarano agli spettatori all’inizio della performance, Raimonda Maraviglia, Francesco Roccasecca e Alessandro Paschitto che cura testo e regia.
“ Noi non siamo gli autori della finzione.... Non c’è nessuna finzione..... Noi non siamo il punto centrale, non siamo la chiave di volta..... Noi siamo condizione necessaria sì, ma non ancora sufficiente.... Questi benedetti fatti, luoghi e persone riguardano voi!”Lo spettatore dunque non avendo niente davanti a sè, è solo con sè stesso e con la sua, proprio sua, possibilità di immaginare, immaginare quello che gli altri non possono immaginare, perché ognuno è diverso dall’altro e immagina con i ricordi e le emozioni che la vita gli ha regalato “ Di fronte a questo testo voi non siete più un pubblico. Di fronte a questo testo voi siete soli con voi stessi. Di fronte a questo testo voi non siete voi! Di fronte a questo testo voi è tu … Tu Tu Tu Tu “.
E’ una continua riproposizione di domande quello che avviene che gioca a rimpiattino con lo spettatore che lo induce a confrontarsi con chi gli sta accanto e che ad un certo punto si trova perfino al buio, al buio perché al buio è più facile immaginare, è più facile sognare. E l’incalzare delle domande riconduce inevitabilmente a ciò che gli capita ogni giorno, improvvisamente, mordendo la vita . “ Qual è la prima cosa che ti viene in mente...Senti l’aria fresca che ti sale su per le narici?Senti odore di erba tagliata? L’odore della pioggia”.
Domande che trovano qualche fugace risposta in alcune apparizioni che i due attori e il Regista , sparsi nello spazio scenico si suggeriscono, per poi subito dopo negarle.
Uno spettacolo in qualche modo performativo, con echi pirandelliani quello della compagnia napoletana, che ci ricorda anche le performance storiche di Gino De Dominicis. Spettacolo importante e rischiosissimo che può cambiare ogni volta a seconda del pubblico e dello spazio, avendo margini di fallimento. Deve secondo noi ancora trovare un’armonia più visibile tra le varie in cui è composto, e ben vengano spettacoli che osano, ne abbiamo proprio bisogno, (e se non lo fanno alla loro età quando mai poi lo potranno fare? Possono farlo ora non avendo niente da porre in scena se non la loro forza immaginativa, la loro arte in espansione! Quando mai il mercato dentro il quale andranno a finire glielo potrà mai permettere ?)
MARIO BIANCHI
FINE PARTE PRIMA/ TRA I VIDEO POTETE TROVARE LE INTERVISTE ALLE DUE COMPAGNIE
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