Eccoci qui dopo aver recensito gli spettacoli vincitori “ Tre liriche “ della compagnia Eat the catfish” e “Afànisi “ di Ctrl +Alt+ Canc dell' edizione 2023 di Direction Under 30 a Gualtieri, che si è tenuta dal 14 al 17 luglio, ad approfondire gli altri 4 spettacoli.
Gioele Rossi di Matrice Teatro che lo scrive con Alberto Camanni anche alla regia in “Kobarid in “ Il silenzio degli ultimi “ vuole parlarci di guerra, andando indietro col tempo alla disfatta italiana della prima guerra mondiale a Caporetto, ma avendo davanti tutte le guerre, anche quelle presenti. Gioele sembra, è, una maschera tragica, una specie di rottame umano in forma di Clown poetico, che tra paure e stupori, si muove tra le macerie della guerra, cercando tra loro qualche barlume di vita. Armato di un semplice bastone, l’unica povera e innocente difesa che gli è rimasta, reinventa gli oggetti che ha intorno, dove un semplice cappotto ha la parvenza di una compagna con cui ballare e un filo spinato gli serve per cercare di non farsi male con le spine e poi fa di tutto per poterci giocare allegramente . Poi improvvisamente un tintinnio lo sveglia dal suo torpore, qualcuno si è accorto di lui ? Teatro dal silenzio assordante, “Kobarid Il silenzio degli ultimi ", teatro della memoria necessaria ma forse inutile, vista la stupidità degli esseri umani,ma è compito del Teatro ricordarci sempre la disumanità della guerra che si ritorce sempre e solo sugli ultimi.
“
Ototeman”, è stato invece
l’unica performance di danza vista a Gualtieri, dove le davvero bravissime performer, l
’italiana Stefania Menestrina e la Giorgiana Sofia Galvan, danzano su un diversificato e complesso tappeto sonoro, intorno a un piccolo coniglio esemplificato come totem. Difficile comprendere i confini esemplificativi ( ma forse non ce ne sono) dello spettacolo che si muove a metà tra un gioco e un rituale. Per cui lasciamo la parola alle due performer : “ La finalità di Ototeman è quella di esplorare la parte più istintiva del nostro essere, comprendente sia corpo che mente …..
La nostra ricerca artistica si basa su un approccio al movimento istintivo, giocoso e fanciullesco, un continuo stupore fisico che porti il corpo a uno stato di massima accoglienza e disponibilità verso se stesso e verso l’altro.... Avendo entrambe background musicali, ci piace sperimentare anche con
l’armonia e la dissonanza delle nostre voci, che lasciamo fluire liberamente nella danza come parte integrante di essa”
I
Il giovanissimo comasco Pietro Cerchiello, classe 1998 ( che conosciamo anche per un bel progetto visto a Scenario) in scena con il musicista Tommaso Imperiali con regia di Ariele Celeste Soresina, in “ Ecologia Capitalista” intende fare una riflessione sul mondo che lo circonda dal punto di vista di un ragazzo della sua età riguardo al presente, al passato, ma soprattutto al futuro che certo non vede roseo e pieno di aspettative, in relazione soprattutto al mestiere che ha deciso di fare, all'Arte che ha deciso di intraprendere. Ma si muove anche non riuscendo del tutto a comprendere anche il disastro ecologico che ha davanti, pur avendone consapevolezza. Va un poco a tastoni il nostro giovane, come è giusto che sia alla sua età, impastando la sua confessione di atmosfere surrealiste venate da ironia, con San Pietro che spenna il gallo che canta tre volte, Gesù che moltiplica pani e pesci senza sosta e il montone piange il ritorno del figliol prodigo. In questo andirivieni confessiamo però di esserci un poco persi. Anche qui ci affidiamo alle sue confessioni: “ Gioco molto sull’ineffabilità del tema e sulle apparenti incongruenze con cui spesso l’argomento ecologia viene trattato anche dai media.”
Più chiaro negli intenti ci è parso “ Belly Button “ Ombelico, scritto e diretto da Agnese Mercati che è in scena con Carola Rubino e Elia Tapognani per Crack24 . Lo spettacolo esplora il tema delle relazioni familiari, dal punto di vista della rappresentante più giovane ( l’ombelico qui vuole essere la metafora significante di un distacco, la testimonianza della crescita della figlia e delle sue autonome scelte ) che si trova davanti alla violenza del Capofamiglia, dedito al vino, nei confronti di una moglie remissiva e lo fa cercando di coinvolgere gli spettatori nell' incedere dello spettacolo. Lo fa anche attraverso uno specifico whatsApp, denominato “ Famiglia”, sul loro cellulare, attraverso delle scelte che possono modificarne la drammaturgia, alle volte un poco futili, altre volte invece di profonda valenza, che ci hanno fatto amare questo azzardo drammaturgico, spesso venato di ironia, mai didascalico, ma che apre squarci di introspezione, nel continuo rimpallarsi tra scena e platea. Il finale per nulla consolatorio viene poi catapultato sulla scena : con un ultimo quesito. Che cosa non hai mai detto a tuo padre?
Esemplificativo che diversi spettacoli a Gualtieri cerchino di coinvolgere con diversi accorgimenti il pubblico, segno evidente del bisogno spasmodico del nuovo teatro di avere una nuova complicità con chi li osserva in platea, desideroso di nuove e diverse suggestioni.
MARIO BIANCHI