GLI SPETTACOLI OSSERVATI A DIRECTION UNDER 30, FOREVER YOUNG E TERRENI CREATIVI
L'OSSERVAZIONE DEL DOLORE DEGLI ALTRIValentina Dal Mas,
vincitrice del Premio Scenario 2023 Periferie, in “Luisa”, con collaudata
perizia che avevamo già osservato in altre occasioni ( "La morte e la fanciulla" di Abbondanza Bertoni, "Da dove guardi il mondo") qua, espressa per
mezzo di tutti i mezzi teatrali che il suo corpo conosce, entra
nell’anima e nel corpo di Luisa, una donna conosciuta presso la Primula
di Valdagno, Cooperativa sociale che opera al recupero di persone
emarginate. Valentina utilizzando la parola sofferta e spezzettata di Luisa che spesso dal vivo
l’accompagna, la gestualità sincopata e la danza corredata anche dalla
musica di Vivaldi, crea una specie di grammatica del gesto della donna
per restituircene la sofferenza, ma anche le gioie che improvvisamente
riescono a liberarsi da lei e che si librano magicamente sul palco.
Nel
medesimo modo, Sara Bertolucci di Tilia Auser in “Tre voci”, proveniente
anch'essa da Scenario, con il lancinante apporto sonoro di Riccardo F. Scuccimarra, crea un sapiente dispositivo scenico tra
performance e installazione, anche con l'ausilio della propria ombra che dà ulteriore sentore di smarrimento agli avvenimenti che il palco suggerisce, coniugando con coraggio una ricerca
originale tra poesia, musica e teatro, dedicato a Sylvia Plath che nel suo famoso radidramma dedicato alla maternità racconta i destini di tre diverse donne, Tutto il
dolore esistenziale e il desiderio di maternità espresso dalla poetessa e scrittrice americana, morta suicida a tren'anni, attraverso quello delle altre tre esistenze, ci viene
così riconsegnato senza retorica alcuna con sapienza espositiva.
Il
Collettivo Lunazione, compagnia vincitrice del Premio Scenario Periferie
2019 a Terreni Creativi mette in scena
Mariachiara Falcone e Marco
Montecatino ne "La Misura" con la regia di Eduardo di Pietro, che ne cura anche il Progetto, per narrarci anche a suon di Rap la vicenda di Italo Spinelli, dipendente FIAT in
pensione che a 82 anni, dopo la morte della moglie, si laurea in
Filosofia. Qui è il dolore personale di non avere più accanto la donna che lo ha accompagnato nella vita per 52 anni, è la spinta che induce Italo,
presente in scena come una grande marionetta ibrida, mossa efficacemente
da Montecatino, nella speranza di ricongiungersi alla moglie, a farsi
delle domande sulla consistenza dell’anima e della sua natura. Il dolore dunque diviene una nuova opportunità per l'uomo per misurare se stesso, cercando di ricongiungersi all'amata nei meandri occulti di un mondo che non conosceva.
In
“ Ahmen” di Cromo, collettivo artistico invece Andrea Perotti e Valerio
Sprecacè con la regia di Tommaso Burbuglini e Eleonora Pace come
dramaturg, mettono in scena la vera e propria via crucis di Asim che
arrivato in Italia da dodici anni dal Pakistan, non riesce ancora a
poter ricongiungersi con la moglie, a causa dell'esasperante iter
burocratico, messo in atto nel nostro paese, che gli impedisce di
ritornare a vivere con la sua sposa. In un susseguirsi di situazioni
kafkiane tra decine di fogli da firmare e continue barriere che ogni
volta invadono la scena, accompagnati dalla vera voce di Asim Javed, lo
spettacolo tra favola e realtà ci offre una visione ancora inesplorata del tema
dell'Immigrazione.
“Maneggiare con cura “ con Filippo
Baglioni e Lorenza Guerrini a cui abbiamo assistito a For Ever Young in un progetto della stessa Lorenza
Guerrini, parte da un fatto realmente accaduto di natura
curiosa che l’ha coinvolta : la scoperta di un pacco contenente una
piccola scatola inviata, a 168 persone, tra cui il padre del compagno di Lorenza, un ex spazzino
adesso vigile urbano di un paese di 24mila anime. La scatola conteneva
una lettera di 10 pagine, e undici audio cassette che comunicavano
parole e pensieri in cui era stata riassunta la naufragata storia
d’amore tra il mandante dei pacchi, un medico del paese di Lorenza e sua
moglie . Da questo dolore personale giungono sul palco allo
spettatore, con il racconto, innumerevoli suggestioni e punti di vista diversi da parte di tutte le persone coinvolte, rendendo partecipi ognuna di loro del dolore di una separazione.
L'OSSERVAZIONE DEL PROPRIO DOLORE
Ad aprire " Direction Under 30 " a Gualtieri sono state Luisa
Casasanta, e Arianna Battilana, del Collettivo Sante di Lana che in Capelli-M si desta un mattino da sogni inquieti", partendo da un forte dolore
personale, quello di una molestia subita, non si soffermano solo sulla metaforizzazione della violenza subita, concepita attraverso suggestioni e rimandi di forte allusione, ma soprattutto si pongono in scena per omaggiare il sentire femminile, la sua
straordinaria capacità di porsi in ascolto del mondo, mostrandone apertamente, con la sfrontata bellezza dei loro corpi, con la loro voglia intrinseca di vivere, la loro diversità e la meravigliosa sensibilità così particolare e così dissomigliante da quella maschile.
Il dolore che è impresso nella memoria del giovanissimo attore genovese Pietro
Giannini in " La costanza della mia vita" segnalazione del premio scenario 2023, è la morte in un incidente stradale della sorella Costanza, affetto evocato per tutta la narrazione tra favola e realtà che spesso assume i toni
della Commedia, concentrandosi prevalentemente sulla composizione della sua strana
famiglia. È solo alla fine che la morte fa capolino, raccontata come un sogno di un bambino di 9 anni, rompendo
definitivamente tutto quel tentativo di dimenticare, narrato con meditata fatica espositiva, in cui il dolore per un 'ora sottaciuto viene espresso con feroce melanconia.
Infine “Siamo tutti in pericolo “ di Claudia Caldarano condividendo il dolore per la morte di suo padre con quello similare di Astrid Casali, che è in scena, il progetto si espande per cercare di indagare il tema della paura costante dell'omologazione, situazione sempre più dilagante che il potere favorisce sempre di più e nei cui meandri ci costringe a vivere, collegandolo al valore del concetto di libertà. In scena, cosi, Astrid dialoga con un corpo per
terra ( Pasolini?) che nel medesimo tempo rappresenta il vero padre che l' ha lasciata e che la proteggeva e quello putativo di intere generazioni, il poeta di Casarsa, che sembra
inerte ma che di volta in volta le si rivolge, rimandandole le problematiche inerenti al tema del
controllo che il sistema ha su di noi, sintetizzato nella frase pronunciata dal grande intellettuale nella sua ultima intervista, oggi più che mai attuale e che
dà il titolo allo spettacolo.
IL MONOLOGO COME ESPRESSIONE DELLA PRORIA DIFFICOLTA' DI VIVERE
Stranamente i due vincitori di Direction Under 30 a Gualtieri e Forever Young a Rubiera : "A.L.D.E." dI Giovanni Onorato e "Anse" di Mezzopalco e Usine baug si muovono, seppur in modi molto diversi nei territori del monologo, ambedue riconsegnando però sulla scena un dolore sotterraneo per una vita incerta.
In A.L.D.E. Onorato, fingendo di aver scoperto dei quaderni fitti fitti di annotazioni, ben presenti a stregua di misteriose reliquie sul palco, incentra il suo spettacolo su una specie di alter ego, Arduino Luca Degli Esposti, amico di tante esperienze spesso condivise, che li ha lasciati incompiuti, prima di gettarsi sotto il treno, e che Onorato sfoglia, leggendoli in scena, accompagnato dai suoni, creati al mixer da Mario Russo, per poi farci scoprire le loro pagine bianche. L'esistenza di Arduino comunque ci appare nitidamente sul palco, attraverso una molteplicità di brani di vita che ne svelano le passioni e le ossessioni nella volontà di poter, voler crescere in un mondo diverso che lo respinge. Lo spettatore è condotto tra realtà e menzogna dentro una auto/ biografia spesso condita di feroce ironia che in profondità svela il bisogno di reali certezze di tutta una generazione che si sente respinta.
Anche “Anse” che ha visto meritoriamente insieme due compagnie, Mezzopalco e Usine baug, è una sorta di monologo, che si presenta in guisa di concerto nel quale la voce di Riccardo Iachini si intreccia con la musica vocale e i rumori discordanti creati tutti con estrema sapienza dal vivo da Toi Giordani e dove lo spazio scenico delle azioni viene di volta in volta ricreato da Massimo Giordani, Il protagonista è una persona qualunque, ma potrebbe essere benissimo uno di noi, che vive in assoluta ambascia una notte insonne di un martedì̀ qualunque in costante ricerca di se stesso. Le parole che ascoltiamo ci immettono in un presente sofferto che ha bisogno sempre di nuove “anse” in cui trovare un po' di riposo e che ad un certo punto pare trovino un piccolo spiraglio che poi potrebbe però richiudersi all'improvviso.
IL DOLORE PER LA NECESSITA' DI ESSERE GIUDICATI COME ARTISTI“Costellazione Vicinelli “ di Gruppo RMN, porta alla luce un'artista a tutto tondo per molti versi sconosciuta, la bolognese Patrizia Vicinelli. Lo spettacolo rende partecipi gli spettatori della sua arte, attraverso una costellazione di frammenti della sua vita e e della sua poetica che ci giunge anche attraverso alla sua voce. Per mezzo poi anche di una immaginaria discussione avvenuta tra i giudici che dovettero decidere se attribuirle il sussidio della “Legge Bacchelli” , ovvero quella legge che garantisce un sussidio agli artisti italiani di chiara fama, il progetto indaga con inutile pervicacia in una società che tenta in ogni modo di respingerli, quali dovrebbero e potrebbero essere le caratteristiche identitarie per definire una persona come artista.
MARIO BIANCHI