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Le recensioni di Mario
IL DOLORE COME OSSERVAZIONE DEL MONDO
GLI SPETTACOLI OSSERVATI A DIRECTION UNDER 30, FOREVER YOUNG E TERRENI CREATIVI
La possibilità di poter seguire, una dopo l’altra, 3 manifestazioni che hanno dedicato il proprio interesse alle nuove generazioni di artisti è stato per noi un privilegio assai raro, soprattutto perché ci ha permesso, anche se parzialmente, di capire cosa interessa loro mettere in scena, in un periodo turbolento sotto ogni punto di vista come quello che stiamo vivendo, dove anche chi possiede una preziosa arte ancora in divenire fa fatica a renderla costantemente visibile. Stiamo parlando di “Direction under 30” a Gualtieri, “Forever Young” alla Corte Ospitale di Rubiera e infine “Terreni Creativi” ad Albenga che ha ospitato 4 lavori provenienti dal premio Scenario. In 9 giorni abbiamo così potuto assistere a 15 nuove creazioni di artiste e artisti che non hanno ancora superato i 35 anni . Ma qui non ci interessa poco esprimere un nostro parere su quello che abbiamo visto, ci solletica bensì il fatto di cercare di comprendere altro. Soprattutto ci è piaciuto sommamente cercare di capire analizzando alcune di queste creazioni quali siano state le molle e le esigenze che hanno fatto scatenare la voglia dei loro autori per porre in scena un nuovo spettacolo e quali siano stati i linguaggi che hanno usato. Da subito ci siamo resi conto che, in molte di queste performance a cui abbiamo assistito, gli artisti e le artiste, attraverso un dolore che li ha colpiti o che hanno trovato davanti a loro, si siano presi in carico senza ulteriori filtri anche quello del dolore del mondo. E' dunque attraverso questa prospettiva, in qualche modo obliqua, che li ha portati ad osservare con estrema durezza un mondo che di fatto li respinge. Ed è attraverso questa prospettiva che abbiamo anche noi cercato di osservarli.


L'OSSERVAZIONE DEL DOLORE DEGLI ALTRI

Valentina Dal Mas, vincitrice del Premio Scenario 2023 Periferie, in “Luisa”, con collaudata perizia che avevamo già osservato in altre occasioni ( "La morte e la fanciulla" di Abbondanza Bertoni, "Da dove guardi il mondo") qua, espressa per mezzo di tutti i mezzi teatrali che il suo corpo conosce, entra nell’anima e nel corpo di Luisa, una donna conosciuta presso la Primula di Valdagno, Cooperativa sociale che opera al recupero di persone emarginate. Valentina utilizzando la parola sofferta e spezzettata di Luisa che spesso dal vivo l’accompagna, la gestualità sincopata e la danza corredata anche dalla musica di Vivaldi, crea una specie di grammatica del gesto della donna per restituircene la sofferenza, ma anche le gioie che improvvisamente riescono a liberarsi da lei e che si librano magicamente sul palco.

Nel medesimo modo, Sara Bertolucci di Tilia Auser in “Tre voci”, proveniente anch'essa da Scenario, con il lancinante apporto sonoro di Riccardo F. Scuccimarra,  crea un sapiente dispositivo scenico tra performance e installazione, anche con l'ausilio della propria ombra che dà ulteriore sentore di smarrimento agli avvenimenti che il palco suggerisce,  coniugando con coraggio una ricerca originale tra poesia, musica e teatro, dedicato a Sylvia Plath che nel suo famoso radidramma dedicato alla maternità racconta i destini di tre diverse donne,  Tutto il dolore esistenziale e il desiderio di maternità espresso dalla poetessa e scrittrice americana, morta suicida a tren'anni, attraverso quello delle altre tre esistenze, ci viene così riconsegnato senza retorica alcuna con sapienza espositiva.

Il Collettivo Lunazione, compagnia vincitrice del Premio Scenario Periferie 2019 a Terreni Creativi mette in scena Mariachiara Falcone e Marco Montecatino ne "La Misura" con la regia di Eduardo di Pietro, che ne cura anche il Progetto, per narrarci anche a suon di Rap la vicenda di Italo Spinelli, dipendente FIAT in pensione che a 82 anni, dopo la morte della moglie, si laurea in Filosofia. Qui è il dolore personale di non avere più accanto la donna che lo ha accompagnato nella vita per 52 anni, è la spinta che induce Italo, presente in scena come una grande marionetta ibrida, mossa efficacemente da Montecatino, nella speranza di ricongiungersi alla moglie, a farsi delle domande sulla consistenza dell’anima e della sua natura. Il dolore dunque diviene una nuova opportunità per l'uomo per misurare se stesso, cercando di ricongiungersi all'amata nei meandri occulti di un mondo che non conosceva.

In “ Ahmen” di Cromo, collettivo artistico invece Andrea Perotti e Valerio Sprecacè con la regia di Tommaso Burbuglini e Eleonora Pace come dramaturg, mettono in scena la vera e propria via crucis di Asim che arrivato in Italia da dodici anni dal Pakistan, non riesce ancora a poter ricongiungersi con la moglie, a causa dell'esasperante iter burocratico, messo in atto nel nostro paese, che gli impedisce di ritornare a vivere con la sua sposa. In  un susseguirsi di situazioni kafkiane tra decine di fogli da firmare e continue barriere che ogni volta invadono la scena, accompagnati dalla vera voce di Asim Javed, lo spettacolo tra favola e realtà ci offre una visione ancora inesplorata del tema dell'Immigrazione.


“Maneggiare con cura “ con Filippo Baglioni e Lorenza Guerrini a cui abbiamo assistito a For Ever Young in un progetto della stessa Lorenza Guerrini, parte da un fatto realmente accaduto di natura curiosa che l’ha coinvolta : la scoperta di un pacco contenente una piccola scatola inviata, a 168 persone, tra cui il padre del compagno di Lorenza, un ex spazzino adesso vigile urbano di un paese di 24mila anime. La scatola conteneva una lettera di 10 pagine, e undici audio cassette che comunicavano parole e pensieri in cui era stata riassunta la naufragata storia d’amore tra il mandante dei pacchi, un medico del paese di Lorenza e sua moglie . Da questo dolore personale giungono sul palco allo spettatore, con il racconto, innumerevoli suggestioni e punti di vista diversi da parte di tutte le persone coinvolte, rendendo partecipi ognuna di loro del dolore di una separazione.

L'OSSERVAZIONE DEL PROPRIO DOLORE

Ad aprire " Direction Under 30 " a Gualtieri sono state Luisa Casasanta, e Arianna Battilana, del Collettivo Sante di Lana che in Capelli-M si desta un mattino da sogni inquieti", partendo da un forte  dolore personale, quello di una molestia subita, non si soffermano solo sulla metaforizzazione della violenza subita, concepita attraverso suggestioni e rimandi di forte allusione, ma soprattutto si pongono in scena per omaggiare il sentire femminile, la sua straordinaria capacità di porsi in ascolto del mondo, mostrandone apertamente, con la sfrontata bellezza dei loro corpi, con la loro voglia intrinseca di vivere, la loro diversità e la meravigliosa sensibilità così particolare e così dissomigliante  da quella maschile.

Il dolore che è impresso nella memoria del giovanissimo attore genovese Pietro Giannini in " La costanza della mia vita" segnalazione del premio scenario 2023, è la morte in un incidente stradale  della sorella Costanza, affetto evocato per tutta la narrazione tra favola e realtà che spesso assume i toni della Commedia, concentrandosi prevalentemente sulla composizione della sua strana famiglia. È solo alla fine che la morte fa capolino, raccontata come un sogno di un bambino di 9 anni, rompendo definitivamente tutto quel tentativo di dimenticare, narrato con meditata fatica espositiva, in cui il dolore per un 'ora sottaciuto viene espresso con feroce melanconia.


Infine “Siamo tutti in pericolo “  di Claudia Caldarano condividendo il dolore per la morte di suo padre con quello similare di Astrid Casali, che è in scena, il progetto si espande per cercare di indagare il tema della paura costante dell'omologazione, situazione sempre più dilagante che il potere favorisce sempre di più e  nei cui meandri  ci costringe a vivere, collegandolo al valore del concetto di libertà. In scena, cosi, Astrid dialoga con un corpo per terra ( Pasolini?) che nel medesimo tempo rappresenta  il vero padre  che l' ha lasciata e che la proteggeva e quello putativo di intere generazioni, il poeta di Casarsa, che sembra inerte ma che di volta in volta le si rivolge, rimandandole le problematiche inerenti al  tema del controllo che il sistema ha su di noi, sintetizzato nella frase  pronunciata dal grande intellettuale nella sua ultima intervista, oggi più che mai attuale e che dà il titolo allo spettacolo.



IL MONOLOGO COME ESPRESSIONE DELLA PRORIA DIFFICOLTA' DI VIVERE

Stranamente i due vincitori di Direction Under 30 a Gualtieri e Forever Young a Rubiera : "A.L.D.E." dI  Giovanni Onorato e "Anse"  di Mezzopalco e Usine baug si muovono, seppur in modi molto diversi nei territori del monologo, ambedue riconsegnando però sulla scena un dolore sotterraneo per una vita incerta.

In  A.L.D.E. Onorato, fingendo di aver scoperto dei quaderni fitti fitti di annotazioni, ben presenti a stregua di misteriose reliquie sul palco, incentra il suo spettacolo su una specie di  alter ego, Arduino Luca Degli Esposti, amico di tante esperienze spesso condivise, che li ha lasciati incompiuti,  prima di gettarsi sotto il treno, e che Onorato sfoglia, leggendoli in scena, accompagnato dai suoni, creati al mixer da Mario Russo, per poi farci scoprire le loro pagine bianche. L'esistenza di Arduino comunque ci appare nitidamente sul palco, attraverso una molteplicità di brani di vita che ne svelano le passioni e le ossessioni nella volontà di poter, voler crescere in un mondo diverso che lo respinge. Lo spettatore è condotto tra realtà e menzogna dentro una auto/ biografia spesso condita di feroce ironia che in profondità svela il bisogno di reali certezze di tutta una generazione che si sente respinta. 

Anche “Anse” che ha visto meritoriamente insieme due compagnie, Mezzopalco e Usine baug, è una sorta di monologo,  che si presenta in guisa di concerto nel quale la voce di Riccardo Iachini si intreccia con la musica vocale e i rumori discordanti creati tutti con estrema sapienza  dal vivo da Toi Giordani e dove lo spazio scenico delle azioni viene di volta in volta ricreato da Massimo Giordani, Il protagonista è una persona qualunque, ma potrebbe essere benissimo uno di noi, che vive in assoluta ambascia una notte insonne di un martedì̀ qualunque in costante ricerca di se stesso. Le parole che ascoltiamo ci immettono in un presente sofferto che ha bisogno sempre di nuove “anse” in cui trovare un po' di riposo e che ad un certo punto pare trovino un piccolo spiraglio che poi potrebbe però richiudersi all'improvviso.


IL DOLORE PER LA NECESSITA' DI  ESSERE GIUDICATI COME  ARTISTI

“Costellazione Vicinelli “ di Gruppo RMN, porta alla luce un'artista a tutto tondo per molti versi sconosciuta, la bolognese Patrizia Vicinelli. Lo spettacolo rende partecipi gli spettatori della sua arte, attraverso una costellazione di frammenti della sua vita e e della sua poetica che ci giunge anche attraverso alla sua voce. Per  mezzo poi anche  di una immaginaria discussione avvenuta tra i giudici che dovettero decidere se attribuirle il sussidio della “Legge Bacchelli” , ovvero quella legge che garantisce un sussidio agli artisti italiani di chiara fama, il progetto indaga con inutile pervicacia in una società che tenta in ogni modo di respingerli, quali dovrebbero e potrebbero essere le caratteristiche identitarie per definire una persona come artista.

MARIO BIANCHI

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