Le recensioni di Mario
CORVIDAE, SGUARDI DI SPECIE DI MARTA CUSCUNA'
A MILANO ALLO STUDIO MELATO DEL PICCOLO TEATRO
Il nostro privilegio di essere testimone assiduo da più di quaranta stagioni della scena italiana ci ha permesso, tra le altre artiste, che si sono imposte per la loro fervida creatività, di seguire passo passo Marta Cuscuná che, partendo da un semplice teatro di figura con narrazione, ne ha travalicato gli stilemi, per creare un teatro di originale e personale sostanza, unico nel panorama non solo italiano . Non esula da questa definizione anche “Corvidae, Sguardi di specie “, la performance che abbiamo visto allo Studio Melato del Piccolo Teatro, nata originariamente per il programma di RAI 3 “La Fabbrica del Mondo” di Marco Paolini e Telmo Pievani. Lo spettacolo ha come protagonista uno stormo di corvi, 4 per l’esattezza, che osserva dall'alto con il peculiare suo punto di vista i danni che i Sapiens Sapiens hanno combinato al Pianeta e le flebili possibilità che abbiamo di rimediare, potendo costruire finalmente una nuova armonia fra la natura e progresso sostenibile.
I corvi protagonisti dello spettacolo, animati da Marta, attraverso un sistema di joystick meccanici, diventano creature simboliche, fatte di componentistica industriale e cavi di freni di bicicletta, una installazione scenica che prende magicamente vita, progettata dalla scenografa Paola Villani insieme a Marco Rogante e che si basa su un sistema di manovrazione completamente manuale e analogica che permette l’animazione a vista dei corvi. Lo spettacolo è stato strutturato, come originariamente, a guisa di una serie tv su stagioni con quattro episodi ciascuna che trattano in modo disincantato, corroborato da un’ironia latente intelligente e corrosiva, specifiche problematiche ambientali. I corvi interagiscono tra di loro (le voci degli uccelli sono realizzate dal vivo senza l’aiuto di distorsioni o playback, grazie a un profondo lavoro di ricerca vocale sulle sonorità degli uccelli sotto la guida della vocalist Francesca della Monica) , mentre, alla fine di ogni episodio, possono essere lette in sovraimpressione, tra le altre, le tracce del pensiero dell'antropologa Anna Tsing, della biologa Lynn Margulis, del filosofo Bruno Latour e Donna Haraway, che approfondiscono le discussioni avvenute in modo arguto dei volatili protagonisti. Così i nostri animali dissertano sul cibo che ormai ha perso ogni suo sapore, sul rumore continuo che ha invaso le nostre città, sul potere rigenerativo dei funghi, di Noè e Colombo, sull’intelligenza artificiale, sulle alte temperature, sui muri incoscenti di Donald Trump, eretti per proteggere i suoi campi da golf, sullo scontro tra il movimento ecologista Fridays for future e le lobby del petrolio, sul concetto per noi sconosciuto di olobionte, sulla scelta di dare alla nostra specie un nome nuovo per iniziare un’epoca in cui “umano” non sia più sinonimo di “altro dalla natura”. Poi, come del resto accade anche in ogni semplice spettacolo di burattini, ecco anche l'intelligente e piacevole coinvolgimento del pubblico, che è invitato dai corvi a fare una specie di patto con loro per la salvazione del pianeta. Così tra Aristofane e Pasolini, si consuma una performance davvero inusuale che conferma ancora una volta l'arte visionaria sempre intrisa di valenze umane e sociali di Marta Cuscunà.
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