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Le recensioni di Mario
ANIMATERIA 2024 A PIACENZA
PRESENTATI I 4 FINALI PROJECT WORK
Venerdi' 6 Dicembre, pupazzi, oggetti, ombre, maschere, corpi sono stati protagonisti al Teatro Gioia di Piacenza, per iniziativa di Teatro Giocovita, di LA NOTTE DELLE FIGURE, dove sono stati presentati i quattro project work, creati al termine del percorso di studi dalle allieve e dagli allievi della quinta edizione di ANIMATERIA, il Corso di alta formazione professionale di per animatore/animatrice esperto/a nei linguaggi, fisici e digitali, del teatro di figura. Sono stati 15 i partecipanti ammessi con 840 ore di offerta formativa , di cui 660 di lezioni/laboratori tra marzo e settembre a Piacenza, con una breve uscita di studio a Ravenna, e 180 di project work tra settembre e dicembre nelle sedi scelte dai partecipanti: questi alcuni numeri della quinta edizione di “Animateria”. La direzione pedagogica è stata di Fabrizio Montecchi; tutor organizzativo Anna Adorno; tutor pedagogici Alessandra Amicarelli, Beatrice Baruffini, Marco Ferro, Nicoletta Garioni, Luana Gramegna, Nadia Milani.
Abbiamo assistito alla porzione di 4 progetti di venti minuti, assai diversi tra loro, per argomenti e tecniche che già esprimono grande professionalità e fantasia, capaci di dimostrare la grande potenza e le forti suggestioni teatrali ed emotive che il teatro di figura possiede.

Protagonista di FREE CAMPING di Rita Castaldo e Matteo Sintucci per esempio è una marionetta ibrida a taglia umana, condotta con abilità da Matteo Sintucci, che si immedesima in un campeggiatore  che vediamo sbucare da una tenda nel bosco. Piano piano ci accorgiamo per mezzo di voci che sembrano uscire dalla sua coscienza e che si riverberano in ombre , che qualcosa lo tormenta, una specie di doppio che la marionetta introietta con grande sincerità di accenti. Così sulla scena emergono ricordi lontani, quelli di un figlio che non c'è più fisicamente ma che nella memoria è ben presente, “Free-Camping", ideato e diretto da Rita Castaldo," ci invita a immergerci nelle profondità della memoria e della solitudine, per scoprire cosa accade quando non si può più sfuggire alla propria ombra”

ARDEA, Memorie da un fiume, di Chiara Mirta Buono, Elisa Cardoso, Laura Casali, Lucia Fiorani, Caterina Piotti, ci trasporta invece in modo suggestivo ai bordi di un fiume, dove abita un Airone, mosso davvero con grande abilità dalle 4 animatrici. L'animale si muove tra le rovine di una vecchia casa, da cui escono oggetti appartenuti a una vecchia signora che prendono anch'essi vita . “ Dove va a finire la memoria? Cosa ne resta?” Il teatro di figura, accompagnato dai rumori della natura, ci riconsegna, tra umano e non umano, ancora una volta la memoria di quello che è stato per ridonarcene la presenza.

QUELLO CHE RESTA, Storia di fascinazione e repulsione di un corpo, di Maddalena Artusi, Isacco Garimberti, Tommaso Lombardo, Marzia Meddi, riesce in modo efficace anche attraverso il gesto, la danza, ad immergerci nella natura, dove le foglie si muovono al vento, di cui percepiamo la loro valenza poetica e suggestiva. Tra loro improvvisamente si muove una figura umana, una marionetta, che i tre animatori riescono in maniera unisona a far volare come una foglia, a restituircene tutta la fragilità, che un altro vento ancora più potente ce ne mostrerà i risultati. Ancora una volta il Teatro di figura ha la potenza di camminare tra l'umano e il non umano, il visibile e l'invisibile.
Quello che resta è uno spettacolo di figura che parla del rapporto con il proprio corpo. Della disgregazione come fascinazione e perdita”

GNANCANABUSIA Liberamente tratto da Gnanca na busia di Clelia Marchi con Valentina Alberto, Alessandra Lauriola, Arianna Mazzone, Emma Tramontana.
Di grande composita forza poetica, l'ultimo progetto, tratto da “Gnanca na busìa”, di Clelia Marchi.
Protagonista è un semplice lenzuolo su cui Clelia ha scritto la sua vita e su cui le 4 animatrici riescono a ridonarci tutta la vita della protagonista, attraverso delle immagini che emergono nitide da quel semplice pezzo di tela, posizionato su un tavolo. Percepiamo i teneri chiacchericci di Clara con il marito prima del sonno, la sua morte, il lavoro dei campi, la sua esistenza che gioco forza deve continuare, accompagnati dalle nenie che le animatrici intonano per accompagnare le varie fasi della vita che ci appaiono dinnanzi.
“Ci siamo interrogate sul perché gli esseri umani sentano la necessità di lasciare un segno del proprio passaggio nel mondo; su come gli oggetti di uso comune e quotidiano contengano una narrazione che va al di là della loro funzione originale; su come la materia si faccia carico della storia delle persone, diventando simbolo di un’intera comunità.”

MARIO BIANCHI

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