Le vetrine regionali sono state fin dall’inizio
una bella e fortificante iniziativa per verificare da vicino lo stato di salute e il paesaggio teatrale delle regioni ospitanti. Abbiamo dunque accettato volentieri
l’invito della Regione autonoma della Val d’Aosta per assistere da vicino ad alcune creazioni di compagnie che operano in una regione, considerata a torto ai margini di un sistema come quello teatrale italiano. Sappiamo infatti che da diversi anni in Valle d’Aosta
sono attive varie compagnie teatrali e di danza professionali che hanno contribuito ad accrescere la proposta culturale del territorio anche se solo in rari casi si sono spinte fuori dalla Regione.La manifestazione
si è tenuta ad Aosta da lunedì 28 aprile a Mercoledì 30 ed è iniziata nella sala conferenze della BCC Valdostana,
con una tavola rotonda sul tema “Il teatro nelle terre alte”, un momento di confronto per riflettere sul senso del teatro nei territori delle comunità di montagna.Gli spettacoli si sono tenuti nei capaci spazi del Plus Dance Arena e dei teatri Splendor e Giacosa.
Il teatro ragazzi è stato rappresentato da due spettacoli che hanno messo in scena due cult dell’immaginario dedicato alle nuove generazioni .
Il primo è stato lo storico “Pinocchio “ del Teatro di Aosta di Livio Viano , forte già di 700 repliche. In scena a narrare il celebre testo di Collodi con una grande marionetta, accompagnate dalle musiche invitanti di Sandro Balmas, dopo Francesca Brizzolara e Stefania Ventura, si è cimentata con altrettanto successo Armandine Delclos. Il secondo è stato “Cappuccetto Rosso” di Replicante teatro con Andrea Damarco, Liliana Nerva Stellio e Alexine Dayné che ha riletto la celebre fiaba attraverso tre punti di vista differenti. Molto suggestiva la scenografia costruita dal vivo, dove si aggirano il lupo, il Cacciatore e la bambina con il cappuccio rosso ( unico accorgimento e consiglio che ci viene da suggerire per questo lavoro per molti versi interessante è che nel teatro dedicato ai bambini e alle bambine dovrebbe essere vietato l’uso delle vocine per caratterizzare i personaggi più piccoli)
"La performance" è stata rappresentata da
“Fedra La Luminosa” della compagnia Framedivision dove ancora Alexine Dayné, posta all’interno di una camera separata da vetri sfocati, è osservata e ascoltata attraverso 24 cornette. Dell'infelice personaggio ne osserviamo come in uno specchio le diverse anime, partecipando nascosti alla sua disperata solitudine. Le musiche anni '80, dove queste creazioni performative erano molto frequenti (Depeche Mode, Joy Division, Nuxx , The Cure) l’accompagnano portandola a farla risplendere di nuova luce .
La compagnia Palinodie ha presentato invece “Come noi” di Verdiana Vono (che conoscevamo per l’ottimo progetto vincitore del premio scenario Adolescenza “ Tinta ) “ dove l’intensa Silvia Pietta , diretta da Stefania Tagliaferri, muovendosi tra scatole che determinano le ore del giorno, riempite man mano in modo significativo di vestiti, intesse nel vero senso della parola una forte riflessione sulla della violenza domestica.
Se tutta la prima parte dello spettacolo è scritta con rara efficacia, collegando il tema prescelto, attraverso emozioni e sensazioni che le parole amplificano, non solo con i microfoni, diventando emotivamente forti e partecipi, purtroppo la cospicua parte finale si risolve in un lungo monologo, dove il teatro latita lasciando posto ad un’invettiva, in qualche modo fine a se stessa .
Due sono state le creazioni che hanno acceso maggiormente la nostra curiosità e interesse, una di Danza e una di teatro. La prima “ Quintetto “ della compagnia Les 3 Plumes ha la capacità di destrutturare la danza attraverso l’ironia “per indagare e analizzare i rapporti di potere presenti nelle convenzioni estetiche” Marco Augusto Chenevier con l’aiuto fattivo di alcune persone del pubblico, spesso maldestre, “finge “di ricomporre uno dei suoi cavalli di battaglia, incentrato su Rita Levi Montalcini, interpretato in origine da ben 5 performer, mescolando la commedia e la danza che alla fine viene eseguita con valente arte coreografica, con il pubblico che ne partecipa, non solo ridendo, ma riuscendo ad essere coínvolto in modo originale e profondo, attraverso una vera e propria relazione diretta con il performer, di rara efficacia.
Il secondo spettacolo maggiormente degno di nota che ci ha colpito e commosso tenendoci per un’ora e mezza in stretta relazione con la scena è stato “ Aliens “ di Curious Industries , un viaggio reale ed emozionante tra madre e figlia che percorre una lunga via che si snoda da Belfast al Sud Italia, ma non solo.
Il rapporto tra madre e figlia, nate e appartenenti a contesti lontani tra loro, è proposto attraverso linguaggi teatrali diversi, che mescolano tra loro parole ed immagini con leggerezza e poesia, mentre attraversa tempi e luoghi anch’essi differenti, riuscendo senza retorica alcuna a parlare di appartenenza, di amore, di feconda differenza da coltivare come ricchezza, di migranza, dove ognuno di noi può anche riconoscersi perché in qualche modo nella vita spesso ci siamo sentiti anche noi aliens. Alessandra Celesia che avevamo conosciuto già per l’altrettanto splendido risultato di "Mucche Ballerine" e Marta Mcllduff , madre e figlia anche nella vita, conducono questo gioco con talento e partecipazione,accompagnando il pubblico in questo vero e proprio viaggio dei sentimenti.
MARIO BIANCHI